(ANSA) - TOKYO, 26 LUG - (Riflessioni di don Gionatan De Marco, cappellano degli azzurri al Villaggio atleti) "Ieri, nel Villaggio Olimpico, tra gli impegni di gara degli atleti e i tempi scanditi dagli impegni del vivere in comunità i cristiani hanno celebrato la domenica: e tra le divise colorate delle nazionali è spuntata la tunica nera e lunga del Pope che è venuto a visitare gli atleti cristiani di rito orientale. Ha portato con sé il canto melodioso del suo rito, la maestosità del vestire il sacro. Ha portato con sé il profumo di incenso di cui sono impregnate le sue liturgie e i tratti della sua cultura e del suo modo di celebrare la fede. Ha portato con sé, soprattutto, una buona notizia per i suoi atleti che ha ripetuto ad alta voce anche incontrando me, "Christos anesti", Cristo è risorto. E ci siamo per un attimo guardati e scambiato un segno visibile di pace. Ci siamo detti l'importanza di vivere la testimonianza della fraternità e abbiamo condiviso la fatica di parlare del Vangelo nel vertiginoso scorrere del tempo nel Villaggio. E abbiamo sperimentato quanto sia vero quel detto giapponese che dice: "Se io e te ci diamo una moneta, rimaniamo con una moneta ciascuno, ma se ci scambiamo un'idea, torniamo a casa ognuno con due idee". Dovremmo aiutarci un po' di più a scambiarci nella reciprocità del dono le risorse capaci di essere generative: idee per accompagnare il mondo alla bellezza della creazione che la fratellanza del Villaggio può aiutare a realizzarsi". (ANSA).