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Atletica: Semenya, "la sentenza di Strasburgo è solo l'inizio"
Tribunale le dà ragione: 'Obbligo di uso farmaci la discrimina'

ROMA, 12 LUG - "La giustizia si è finalmente espressa, ma è solo l'inizio", Sono le parole con le quali la campionessa olimpica Caster Semenya ha salutato la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo contro la Corte suprema svizzera che aveva respinto un appello dell'atleta contro la Fia.

La corte europea ha stabilito che i diritti umani della 32enne campionessa sudafricana sono stati violati dai tribunali svizzeri. La federazione mondiale di atletica aveva imposto alla Semenya di assumere farmaci per abbassare i propri livelli di testosterone per poter continuare a competere. Semenya, classificata come avente "differenze nello sviluppo sessuale", è sempre stata legalmente identificata come donna ed ha rifiutato di prendere i farmaci da quando la federazione internazionale ha introdotto le regole nel 2018. Di conseguenza, le è stato impedito di gareggiare sulla sua distanza preferita degli 800 metri Semenya ha detto che la decisione del Cedu è "significativa per tutti gli sportivi nel sollevare dubbi sul futuro di regole simili". Ha espresso la speranza che la sentenza garantirà che tutti gli organismi sportivi "rispettino la dignità e i diritti umani degli atleti con cui hanno a che fare". "I miei diritti violati. La mia carriera rovinata. Tutto questo così dannoso. Mentalmente, emotivamente, fisicamente e finanziariamente", ha aggiunto senza accennare ai suoi prossimi passi.

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