ROMA, 12 OTT - "Si ritiene che le espressioni utilizzate - ancorché offensive - non siano state mosse dall'intenzione di arrecare danno, ma al fine di incitare le atlete ed ottenere un maggior impegno negli esercizi". Sono le motivazioni con le quali il Tribunale della Federginnastica spiega l'ammonizione comminata all'allenatrice della nazionale italiana di ritmica, Emanuela Maccarani, lo scorso 29 settembre "per aver pronunciato, in più occasioni, espressioni inadeguate nei confronti delle atlete nel corso degli allenamenti". Secondo il tribunale "tale conclusione appare suffragata dalla circostanza che le atlete, che più di altre venivano fatte oggetto di tali parole, erano quelle che la sig.ra Maccarani voleva rientrassero in prima squadra a seguito di infortuni, anche la tesserata Ana Basta".
Nell'analizzare il comportamento della Maccarani durante gli allenamenti "non vi è ragione alcuna di dubitare che abbia in più occasioni superato i limiti di correttezza e rispetto imposti dalla normativa federale, pur nella considerazione del contesto in precedenza delineato", spiega il tribunale, nonostante "non vi sia alcun elemento che dimostri l'esistenza di un nesso eziologico tra le espressioni utilizzate dalla sig.ra Maccarani ed i malesseri subiti da alcune atlete".