ROMA, 21 LUG - "Thiago Motta ha una rosa forte, migliorata con gli acquisti fatti. Ci farà divertire e mi auguro che possa tornare a lottare per lo scudetto dalla prima all'ultima giornata. Sono sicuro che dimostrerà il suo valore. Ha le stigmate del grande allenatore". Da grande ex Juve Leonardo Bonucci guarda con curiosità e ottimismo al nuovo corso bianconero: l'ex difensore, ospite al Giffoni Film Festival prima di cominciare a Coverciano la nuova pagina da allenatore, ha parlato dell'Europeo e dei giovani, a cui non viene dato il giusto spazio.
"Si stanno disaffezionando al calcio, alcune cose devono cambiare, altrimenti sempre più giovani si allontaneranno da questo sport. Le partite sono troppo lunghe e si pensa troppo al risultato piuttosto che allo spettacolo - ha detto Bonucci -. Si deve tornare al calcio di strada. Deve esserci un ridimensionamento economic. Un ragazzo che guadagna già molto si può perdere facilmente, ha troppe pressioni". Capitolo europeo, che ha visto l'Italia uscire senza gloria. "E' stato noioso, le squadre sono arrivate troppo stanche".
Parole di elogio per Antonio Conte nuovo tecnico del Napoli: "Penso sia la miglior scelta possibile per De Laurentiis. Sono convinto che a Napoli farà un grande lavoro". "Non è un segreto - aggiunge - che la nostra partenza non era stata delle migliori, all'inizio avevo fatto 3 mesi di panchina nonostante la Nazionale. Mi disse che per me alla Juve non c'era spazio e che se volevo potevo andare via, ma lasciare in quel momento per me sarebbe stata una sconfitta. Con umiltà sono rimasto e ho lavorato sodo, sempre a testa bassa. Da quel momento è cominciato il nostro nuovo rapporto". "Antonio è l'allenatore più importante avuto nella mia carriera, un modello per me sia per l'aspetto tattico che per quello motivazionale. Un altro punto di riferimento è Roberto Mancini - aggiunge - molto diverso da Antonio, sempre pacato, difficilmente alza la voce. Loro sono due esempi di come si può raggiungere lo stesso risultato con modalità differenti. Sono loro i modelli per la mia vita che verrà".
Domani primo giorno di preparazione da allenatore: "Voglio essere un allenatore vincente perchè ho un brutto rapporto con la sconfitta. Il mio eroe? Mio figlio. Abbiamo superato un momento molto difficile quando non è stato bene. E' in quelle situazioni che capisci davvero quali sono le priorità della vita, perché il calcio può essere importante, ma la vita di tuo figlio è tutta un'altra cosa".