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Parigi: Parenzan, 'ho dimostrato di essere una roccia'
Oro tennistavolo con un'ernia da operare: 'Lo farò quando torno'

ROMA, 06 SET - "Ho dimostrato di essere una roccia, è un onore essere campione". Il primo oro nella storia del tennistavolo per l'Italia alle Paralimpiadi lo porta Matteo Parenzan. Ventuno anni, triestino, portabandiera dell'Italia nella cerimonia di chiusura di Tokyo. E, da oggi pomeriggio, campione paralimpico del singolare maschile MS6. La medaglia conquistata ai Giochi paralimpici di Parigi 2024 è anche la sua prima, ed è arrivata dopo un torneo ai limiti della perfezione: quattro incontri dominati per 3 set a zero, senza mai lasciare nemmeno un game a un avversario. Nemmeno al campione in carica Ian Seidenfeld in semifinale.

Nella finalissima alla South Paris Arena, invece, a essere travolto da Matteo è stato il tailandese Rungroj Thainiyom: "Mi aspettavo una partita davvero difficile, perché le ultime quattro volte che ci ho giocato ci ho vinto sempre", ha raccontato Parenzan in zona mista. "Avere avuto la possibilità di sfidarlo qui è stato un onore per me: giocare con lui che ha 37 anni e io che ne ho 21, potrei quasi essere suo figlio, è qualcosa di davvero bellissimo".

"Essere un campione paralimpico è un onore enorme, enorme. E vincere quattro partite tutte tre set a zero significa non solo che sei bravo, che sai fare bene il rovescio o il dritto, ma che mentalmente sei una roccia - ha proseguito il pongista -. L'ho dimostrato dopo Tokyo, è davvero stata una delusione enorme ma sono tornato in palestra due giorni dopo, con un fuso orario incredibile nella testa, perché volevo riqualificarmi a Parigi e cercare di arrivare al podio. E poi ho vinto e siamo doppiamente, triplicamente felici, è un risultato fenomenale".

Tutte le persone più care erano sugli spalti della South Paris Arena a tifare per lui: "Vedere la mia famiglia sugli spalti, gli amici, le amiche, tutti venuti da Trieste fin qui, è stato qualcosa di incredibile. Loro hanno smesso di studiare una settimana, hanno smesso di lavorare una settimana per me, quindi è il regalo più grande che gli posso fare". E poi, ha aggiunto il pongista azzurro, "avere il presidente Luca Pancalli anche oggi qui dopo che è venuto anche ieri; il ministro Abodi mi aveva scritto poco prima personalmente che sarebbe venuto in palestra per me. È stato un onore incredibile e un motivo in più per dimostrare anche a loro quanto sono allenato, quanto sono forte". In particolare, con il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, c'è un rapporto speciale. Matteo ha provato anche a smontare le transenne dell'area di gioco per correre ad abbracciarlo al termine del match: "Io l'ho visto prima di cominciare dov'era, quindi ho detto 'metti caso che vinco, vado ad abbracciarlo subito'. Luca per me è stato importante da subito". Parenzan, affetto sin dalla nascita da miopatia nemalinica, una malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare e da ipotonia, ha giocato l'intero torneo - come emerso a fine gare - con un'ernia da operare: "Adesso che torno a casa dovrò operarmi. Sapevo già che avrei dovuto farlo, ora però mi opererò con il cuore molto leggero e starò fermo un paio di mesi"

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