ROMA, 13 NOV - Imane Khelif è tornata a parlare della sua Olimpiade di Parigi '24, in cui ha vinto l'oro nella sua categoria dopo le polemiche tra l'Iba, federazione della boxe cosiddetta dilettantistica, e il Cio a proposito dell'identità di genere e su quali debbano essere i livelli di testosterone nella sport, in particolare la boxe, femminile. Lo ha fatto nella trasmissione Rai "Lo Stato delle Cose", condotta da Massimo Giletti.
Khelif si è soffermata in particolare sul match contro l'azzurra Angela Carini, che lasciò il ring dopo pochi secondi, 45 secondi, in lacrime e senza salutarla. "Non ce l'ho con Angela, lei è una mia sorella, condividiamo la medesima passione per il pugilato - le parole di Khelif .-. Se il suo comportamento li ha ferito? Ce l'ho con chi ha fatto pressioni su di lei, per avere una reazione che non credevo di meritare. Come tutte le pugili, volevo un incontro normale, invece è stata una farsa". "Se già la conoscevo? Certo - ha detto ancora l'olimpionica algerina -, in passato ci siamo incrociate varie volte perché io con la nazionale dell'Algeria mi sono allenata nel centro federale ad Assisi, e quindi Angela mi conosceva benissimo". "Ma non me la prendo con lei - ha ribadito Khelif -, ma con chi ha fatto pressioni su di lei affinché si comportasse in quel modo. Non credo che si sia comportata così di sua spontanea volontà. Sono assolutamente sicura che le pressioni a cui è stata sottoposta l'hanno portata a comportarsi così". "Ma voglio ringraziare il presidente del Coni Malagò - ha detto ancora - per le parole che ha detto, e lo ringrazio di nuovo anche oggi. Se ho più sentito Carini da quel giorno? No, ma ho visto un video in cui mi fa le sue scuse, e io le ho accettate. Per me resta un'amica, nello sport può capitare".
Una battuta sulla sua esclusione dai Mondiali del 2023, prima della finale, da parte dell'Iba. "Io questi esami di cui parlano non li ho mai visti, nemmeno quando fui esclusa - ha raccontato Khelif -. Mi portarono un foglio e mi chiesero di firmarlo, c'era scritto che non avrei gareggiato. Era una situazione surreale, ero in finale e non ho avuto la possibilità di disputarla. Rimasi scioccata. Ma poi come federazione algerina ci siamo opposti e abbiamo fatto appello, e abbiamo visto che l'Iba non ha più nessuna credibilità".