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Morte biatleta norvegese a Lavazè, legale della famiglia "non si ipotizzano illeciti"
Bakken indossava una maschera ipossica, presto l'autopsia a Trento

TRENTO, 26 DIC - La Federazione norvegese di biathlon e la famiglia di Sivert Bakken, l'atleta morto nel sonno durante un ritiro pre-olimpico a passo Lavazé, in Trentino, hanno incaricato uno studio legale di curare i contatti con le autorità italiane e occuparsi del rimpatrio della salma. Lo ha comunicato Bernt Heidberg dell'Elden Advokatfirma alla tv norvegese TV2. Lo studio, che ha sul posto la legale Oline Bredeli, non prevede nuove comunicazioni prima dell'autopsia, che dovrebbe svolgersi la prossima settimana a Trento- Secondo Heidberg, non ci sono elementi per ipotizzare comportamenti illeciti. Bakken, al momento del ritrovamento nella sua stanza d'albergo, indossava una maschera ipossica, chiamata anche maschera per l'allenamento in quota, che - riducendo la quantità di ossigeno - simula l'altitudine per scopi di allenamento. La Federazione norvegese in un comunicato stampa ha precisato di "non essere attualmente a conoscenza delle circostanze relative all'acquisizione e all'utilizzo di questa maschera". La maschera non è considerata doping.

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