ROMA, 12 GIU - "Bisogna essere orgogliosi di quanto fatto dall'Inter ma c'è amarezza. Ti senti dire che sei bravo ma se non alzi il trofeo un po' ti rode". Due giorni fa Francesco Acerbi era a Instabul per la finale Champions, ora è a Coverciano in ritiro con la nazionale, in vista delle finali di Nations League. "Come ci arriviamo noi nerazzurri? In campo mi sono reso conto che ci è mancata la consapevolezza che avremmo potuto fare davvero del male a questo City - dice il difensore - Si è parlato troppo di quanto loro erano forti, un po' inconsciamente ci ha condizionati. Invece pure gli inglesi avevano timore di noi. Abbiamo fatto di tutto per portare la Champions a Milano, peccato".
Dopo una delusione così forte e una stagione così lunga non è facile trovare le energie: "Fosse per me giocherei già adesso - ha risposto Acerbi - Più sei nervoso più hai voglia di scendere subito in campo. Le sconfitte fanno parte dello sport e della vita, conta andare avanti e fare meglio possibile. Ora sono in Nazionale, la testa è qui". A Istanbul Acerbi ha fermato Haaland. "Intanto l'ho trovato il doppio di come era quando l'avevo sfidato ai tempi del Dortmund - ha sorriso l'interista - E' un grandissimo attaccante ma con il lavoro di squadra siamo riusciti a fermarlo. Per il resto, sabato sera certe riflessioni le ho fatte ma poi mi sono detto che se lo vorrò ci sarà un'altra finale". Dall'accoglienza ostile dei tifosi Inter a beniamino, cosa è cambiato? "Per un sorrisino mi hanno dipinto come milanista e in quel caso ho sofferto perché come professionista e come uomo nessuno deve mettere in discussione il mio impegno e la mia professionalità. Ho sempre dato tutto me stesso in qualsiasi squadra ho giocato trascurando persino la famiglia. Così mi sono detto che dovevo andare avanti, pensare a fare contento prima di tutto me stesso, il calcio è la mia passione e la mia vita. Traguardi? Non so dove sarò fra due settimane o fra un anno. Pensate che due ore prima della chiusura del mercato avevo detto no a Inzaghi e poi sono andato all'Inter...La strada più giusta sarà quella migliore per me stesso e a fine carriera tirerò una linea. Di sicuro la finale di Champions non era programmata".